La palude

18,00 

gli sprechi, le assurdità,gli eccessi e gli interessi che paralizzano la giustizia italiana

Esaurito

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Descrizione

Con Prefazione di Stefano Dambruoso

Dovrebbero essere il Tempio della Giustizia. Invece i Tribunali assomigliano sempre di più a luoghi in cui è facile rimanere infangati e affondare nelle sabbie mobili della burocrazia e dell’immobilismo. Luoghi dove il sabato non si fa udienza e dove il ministro Guardasigilli non è libero di promuovere un segretario perché la legge prevede il concorso pubblico anche per sostituire un cancelliere. Dove le intercettazioni telefoniche costano quanto il bilancio di un piccolo Stato e ci vogliono circa 1400 giorni per recuperare un credito. Eppure tra eccessi, paradossi ed esagerazioni ci sono tantissimi rimedi che potrebbero regalare una boccata di ossigeno alle aule dei tribunali, senza bisogno di leggi, dibattiti e contrapposizioni: le notifiche via e-mail, il personale flessibile, gli atti dei processi in cd-rom, l’abolizione delle fotocopie, gli archivi consultabili via internet, gli ufficiali giudiziari “privati”. Rimedi semplici, già a portata di mano, che nessuno però vuole applicare. Per fortuna in mezzo al guado c’è qualcuno che decide di nuotare per conto proprio: un pugno di magistrati sono già riusciti a dare esempi di eccellenza con pochi mezzi e senza soldi (emblematico il caso dell’informatizzazione del Tribunale di Cremona). Dimostrando che nonostante tutto la Giustizia potrebbe funzionare. E che molto dipende da loro, dagli uomini che indossano la toga. Basterebbe avere il coraggio di mettersi in gioco

SOMMARIO

Prefazione di Stefano Dambruoso
Premessa dell’Autore
Procura di Cremona, Italia
I maxiprocessi
L’udienza virtuale
Arcipelago Giustizia
La provincia nobile
Il rovescio della medaglia
Pensione Luisa
Notturno romano
Notifico ergo sum
Il risparmio “postale”
Italia&Guatemala, destini paralleli
La Storia Infinita
L’Aula delle Beffe
Il tempo è amico
Strasburgo provvede
L’uso delle manette
Chi sbaglia paga, anzi no: dipende
Professione “incensurato”
Libertà permanente
Mi appello!

La certezza della pena
Informatica anno zero
Al di là dell’Alpe
Le carriere ingessate
L’esercito in toga
Il “mea culpa” dell’avvocato
Consulenza al supermarket
Il dramma della professione
La tentazione del numero chiuso
L’avvocato di strada
Giustizia concordata
Figli e figliastri
Le braccia del servizio civile
La favola del Giusto Processo
La legge del più forte
Il Grande Orecchio
Reality in tribunale
Se questo è un giudice
Questione di DNA
La politica nella giustizia
La rivoluzione è possibile
Indice dei nomi

 

 

 

 

 

 

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Premessa dell’Autore

Recensione su IL MESSAGGERO del 10 settembre 2008

Recensione su IL MATTINO del 12 settembre 2008

Recensione su il CORRIERE DELLA SERA del 20 settembre 2008

Recensione su LA PADANIA del 20 settembre 2008

Recensione su IL FOGLIO del 22 settembre 2008

MASSIMO MARTINELLI, giornalista de “Il Messaggero”, da vent’anni si occupa di cronache giudiziarie. Seguendo i processi e le inchieste sulla corruzione, sulla mafia e sul terrorismo, è diventato un testimone oculare dello sfascio del sistema giudiziario italiano

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