Descrizione
Tre testi teatrali di Steven Berkoff
«Tutti noi viviamo con l’incubo delle bombe – delle sostanze cancerogene – della disoccupazione – dell’impotenza – con la paura d’aver paura – con lo spettro dei bianchi – dei neri – della polizia – delle bollette – delle tasse sul reddito – dei vuoti di memoria – col timore di perdere i capelli – di imbruttire – di essere stupidi…».
La lunga, ammonitrice e salmodiata epigrafe che l’autore nonché energico attore inglese Steven Berkoff colloca in apertura di Kvetch (Piagnistei, in yiddish), la commedia forse più sarcastica di tutto il suo repertorio, assurge un po’ a manifesto della sua irrequietezza di teatrante. Dopo che questa stessa collana ha già introdotto in Italia due sue opere, Decadence e Greek, rivelatorie di un artista generoso e oltraggioso, questo secondo volume s’avvale ancora della traduzione di Giuseppe Manfridi e Carlotta Clerici. Documentando un’ulteriore e triplice provocatorietà sotto forma di un’appetitosa schizofrenia (in Kvetch, appunto); di un sordo grido di solitudine (è il caso de Il Natale di Harry); o di un frustrato velleitarismo di gruppo (siamo in Acapulco).
Un naufragio familiare a suon di pensieri ad alta voce, delineanti un sarcasmo feroce di meccanismi solo in apparenza analoghi a quelli di Strano interludio di O’ Neill. L’autoanalisi graffiante e spietata di un single piccolo borghese alle soglie delle festività natalizie. I fallimentari sfoghi di attori bivaccanti ai margini di un film che si gira in Messico. Ovunque, il teatro di Berkoff continua a non avere e a non dare pace.
Steven Berkoff
è nato a Londra nel 1937 da padre ebreo-russo e madre rumena. A 17 anni frequenta a Parigi i corsi Lecoq. Nel 1968 realizza a Londra In The Penal Colony, adattamento da Kafka. A questo autore cui s’ispira anche per Metamorphosis (una cui edizione con Polanski divenne poi celebre nell’88) e per The Trial. Metafore di una tragedia greca nel caos metropolitano di oggi sono East (1975), Agamennon (1976), Greek e West (1980). Un duplice specchio sociale agisce in Decadence (1981). È autore anche di Sink the Belgrano! (1986), Massage (1987), Shakespeare’s Villains (1998), Messiah, Scenes from a Crucifixion (premiato nel 2000 al Fringe Festival di Edimburgo) e The Secret Love Life of Ophelia (2001).