Descrizione
Comicità e dramma, ironia e umanità, fascinazione e disincanto si rincorrono e senza urti si fondono in questo straordinario romanzo d’esordio, già complesso, articolato e risolto al pari di un’opera della piena maturità di uno scrittore.
Una madre e due figlie – abbandonate dal marito e rispettivo padre dopo che lui le ha costrette, quasi per un capriccio, a trasferirsi a Parma da Massa – affrontano la loro vita da “donne sole” riversandovi speranze e frustrazioni diverse, a seconda delle età: Elena, che si ammazza di lavoro per mantenere le figlie e che vede progressivamente annullato ogni spazio di vita propria; Giulia, che sconta tra bulimia e anoressia l’eclissi della figura paterna e il rapporto con una bellezza non accettata; Simona, la “bambina felice” del titolo, che vive il passaggio dall’infanzia all’adolescenza con un disadattamento strisciante, ma anche con un coraggi leonino. È un ritratto familiare contraddittorio e coinvolgente, nell’alternarsi armonioso dei punti di vista, ma è insieme un originale spaccato storico dei nostri anni Ottanta, e di quei mutamenti di civiltà i cui effetti ancora oggi stiamo tutti vivendo.
Silvia Dai Pra’ ha ventinove anni. È nata a Pontremoli (Ms), è cresciuta a Massa e adesso vive a Roma, dove scrive e fa traduzioni. Laureata in lettere, ha conseguito un dottorato di ricerca dedicato all’opera di Elsa Morante. Suoi articoli, reportage e racconti sono apparsi su «Lo Straniero», «Il Riformista», «Il Manifesto», nelle antologie Da un mondo all’altro (La Tartaruga, 2006) e Generazioni nove per due (L’Ancora del Mediterraneo, 2005), e in varie altre riviste. Ha inoltre tradotto diversi libri dall’inglese e dal francese.
