Le Belle Italiane

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Descrizione

Uno dei punti di forza del “made in Italy” – non tanto, forse, dal punto di vista del fatturato ma sicuramente da quello tecnico e di immagine – è il settore motociclistico. E non si può parlare di motociclismo senza ricordare quanto le grandi Case italiane (Moto Guzzi e Gilera su tutte) hanno progettato e prodotto, ponendo vere e proprie pietre miliari nella storia delle due ruote. Basti pensare, senza scendere in particolari troppo tecnici, cosa hanno rappresentato moto come la otto cilindri Moto Guzzi e la quattro della Gilera. È lunghissimo l’elenco dei modelli e delle innovazioni tecniche che la nostra industria ha realizzato nel mondo della motocicletta, soprattutto a partire dalla seconda metà del Novecento. Il nuovo rinascimento del motociclismo italiano ha però una data di avvio più recente: la presentazione, a metà degli anni Novanta, della Ducati 916, modello che ha impresso una svolta estetica e tecnica al modo di fare le moto. Altrettanto si può dire della MV Agusta F4, ancora oggi considerata una delle più belle motociclette mai costruite. Più o meno in quel periodo, venne presentata anche la Benelli Tornado tre cilindri, destinata a rivaleggiare con la moto varesina per il titolo di regina del made in Italy. E come non parlare della rivoluzionaria Bimota Tesi, presentata nel 1992? Certo, non sono state tutte dei successi dal punto di vista commerciale, ma sicuramente molte di esse hanno lasciato una traccia profonda nel mondo delle due ruote a motore. Il volume che avete tra le mani presenta una selezione dei modelli più significativi apparsi negli ultimi decenni, esaminandoli singolarmente in schede magnificamente illustrate che ne descrivono vicende produttive e specifiche tecniche. Apposite sezioni introduttive ripercorrono, inoltre, origine e sviluppo delle stesse Case produttrici. I miti a due ruote superano abbondantemente i confini di qualsiasi pubblicazione divulgativa. Perché dunque qui sono state selezionate proprio queste moto e non altre? La scelta è puramente personale, e in buona parte si giustifica in base all’emozione, alla curiosità e anche alle discussioni che alcuni modelli hanno suscitato, al loro apparire, in tutti gli appassionati. Gli stessi elementi soggettivi, a ben vedere, giustificano anche l’inserimento di un veicolo che moto non è, ma ha rappresentato realmente una svolta nella motorizzazione mondiale: la Vespa.

 Claudio Porrozzi è nato nel 1950 a Roma. Ha iniziato a raccontare le prime impressioni sulla motocicletta alla fine degli anni Sessanta. Nel 1972 approda in quella che si rivelerà una vera scuola di giornalismo motociclistico: Moto Sport.  Due anni dopo, insieme ad alcuni colleghi e sotto la guida di Tommaso Valentinetti, partecipa alla fondazione del mensile La Moto. Passo dopo passo, nel 1985 arriva a diventarne direttore responsabile, carica ricoperta fino al 2004, anno di chiusura della rivista. Nel corso degli anni ha progettato e realizzato pubblicazioni come il bimestrale Due Ruote, enciclopedie a fascicoli come quella del Fuoristrada (1985) e la Guida Pratica alla Motocicletta (1990), annuali come l’Almanacco Junior (dal 1986), Tuttocaschi (1993), Abbigliamento Fuoristrada (1993), i mensili Moto Junior (1991) e Tutto Scooter (1997). Ha scritto numerosi libri sul motociclismo, a cominciare dall’Official Book della Superbike, edito in due lingue e diffuso in tutto il mondo dall’ormai lontano 1989. Attualmente, è inviato del sito web GPone.com nel Campionato Mondiale Superbike.

Leggi qui un anteprima gratutito del libro:

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